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gallo montanino, piccino, calzato e remigante, che somi-
gliava un parrochetto, (intendo dire insieme un pappa-
gallo e un piccolo prevosto), pappagallo alle piume, e
piccolo prevosto alla portatura.
«Questo gallo faceva, come si dice, piú di quello che
poteva: cioè si faceva fin troppo onore, attesa la sua pic-
cineria, a cui rimediava mediante l astuzia. Cosí non po-
tendo arrivare quei baccalari delle galline mantovane,
egli saliva sopra un piuolo o due della scala del fenile, e
quando i baccalari passavano sotto, esso saltava loro so-
pra a castigarli.
«Ma!  terribile ma!  che, come dice Shakespeare,
sembra schiavare l uscio a un furfante di tre cotte.
«Ma nella pollastreria dell anno scorso si distingueva
un galletto, che lasciava concepire di sé le piú superbe
speranze. Aveva la forma spiccata, e i colori ingommati,
che hanno i galli di S. Pietro nelle sacre immagini sciori-
nate dai rivenditori ambulanti ai muri delle chiese nei
giorni di fiera o di festa patronale. Onde i padroni pen-
sarono di tirarlo su e di allevarlo per nuovo gallo del
cortile.
«Vi fu qualche opposizione in famiglia, massime per
parte della ragazza minore la quale protestò che si face-
va un torto manifesto al gallo vecchio piccino. Ma le si
osservò, che essendovi nel cortile galline grandi e mi-
gnole, c era posto per due galli; e per mezzo termine si
deliberò di conservare il gallo vecchio, pur lasciando ve-
nir su il nuovo, il quale cosí fu salvato dalle forbici che
accapponano,  o svenano definitivamente i polli salas-
sandoli sotto la lingua, solita sorte della massima parte
di loro.
«Il nuovo gallo non tradí le speranze che aveva dato
di sé quando era pollo: crebbe maravigliosamente bene.
«Ora ha una dignità personale che incanta. Esso
nell aja è come Agamennone nel campo greco all asse-
dio di Troia; è come adesso Mac-Mahon in Francia.
Letteratura italiana Einaudi 156
Giovanni Faldella - Le «Figurine»
«Ha le penne del busto di un nero cambiante, che va
dall azzurro del pavone alla fiamma del carbonchio e
persino alla fiamma del carbone.
«Su quel nero discende dalla testa una cascatella di
piume gemmate, lunghe, esili ed aeree. Somiglia un ru-
scelletto di perle. Se l aria o lo zefiro, come si chiama in
retorica, vi scherza dentro, pare che le rifili di baci quel-
le penne; è un visibilio.
«Questo ruscelletto caduto sulla schiena si perde, e
poi si ripiglia alle radici della coda, cascando a destra e a
sinistra in pellucida mantiglia.
«Ha la cresta e i bargigli d un rosso che scotta; la cre-
sta spessa, ritta e tagliente come una sega,  i bargigli
lunghi come lasagne, un becco poderoso come una cata-
pulta,  gli speroni da cavaliere,  la coda falcata come
una scimitarra.
«I suoi passi verso le galline sono tremiti voluttuosi.
«La sua importanza è cosí grande che non può capire
nel cortile: certe volte si travasa di fuori. Sicuro: il gallo
nuovo esce dal portone della corte, e va persino nella via
a rintracciare qualche gallina fuoruscita; e spinge la sua
audacia fino a visitare le aje altrui.
«Allora si tien ritto sulle suste, cammina sui trampoli
e barcolla nella sua maestà: pare Mac-Mahon in giro per
i dipartimenti.
«Appena ritornato nella sua aja, smette il sussiego di
parata, piglia un atteggio casalingo e birichino, e salito
sul timone di una barozza intuona un canto di trionfo
zeppo d estro, come avesse fatto l impossibile.»
* * *
«A un gallo giovane e bastracone di tale posta indar-
no si provò a contrastare il gallo vecchio e mingherlino.
Quando quello era ancora di primo canto, questo lo as-
salì piú volte con i ranfi cornei e ossuti delle sue unghie
Letteratura italiana Einaudi 157
Giovanni Faldella - Le «Figurine»
e dei suoi speroni, con il picchio del suo becco, con i
battiti delle sue ali e con i volteggiamenti della sua mali-
zia. Ma ne riportò la cresta cincischiata che è ancora
adesso una sola cicatrice, il collo nudo, somigliante a un
budello, e le ali cascatoje.
«Ora né il gallo vecchio osa assalire il gallo giovane
per paura di farsi stritolare le ossa, né il gallo giovane
vuole rimettere della sua dignità nell attaccar briga con
quel tristanzuolo.
«Non duella piú con esso, ma lo castiga, quando glie
ne fa qualcheduna.
«Il gallo vecchio bada a tenere dalla sua le poche gal-
linelle della sua razza procurando di non inalberare il ri-
vale maggiore; ma è un uomo, voglio dire, è un gallo ro-
vinato, mortificato, morto, un re licenziato, una larva.
«Ad ogni modo, tirando i conti, si è costituito una
specie di modus vivendi fra la piccineria furba e pavida,
e la potenza orgogliosa e generosa dei due galli: un alta-
lena, un equilibrio di rapporti tesi da occupare cinquan-
ta gabinetti di affari esteri.
«Ed io grullo domandavo a me stesso: come fanno a
passare il tempo le galline?»
* * *
«Guardando una gallina mezzana fra la razza bastra-
cona e la razza minutina, quella gallina mi pare il miluo- [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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